Il giallo all'italiana o spaghetti thrillerParte 3/3: anni '80
Premessa
Quella che segue è una piccola guida non esaustiva sul genere cinematografico del giallo all'italiana. Per i film citati ho tenuto conto di quelli generalmente nominati nelle guide specializzate come capisaldi (o degni di nota) per il genere e di giudizi e impressioni puramente personali
Non ho tenuto conto delle pellicole generalmente più horror (anche se degli stessi autori) e dei film che hanno sceneggiature non originali. E' una traccia, assolutamente integrabile, per fare un tuffo in un genere cinematografico che personalmente adoro e che offre molti spunti interessanti e piccole chicche.
Il giallo all'italiana è un tema abbastanza lungo (cosa che riguarda soprattutto gli anni '70) anche se ha avuto vita relativamente breve, ho diviso quindi il testo in 3 parti (tre topic diversi: anni '60, anni '70 e anni '80).
I film citati qui sotto e nelle altre parti sono consigliati per una visione (salvo dove specificato), anche se alcuni o molti di questi già sono ovviamente conosciuti da tutti voi.
Buona lettura...
Introduzione, gli anni sessantaGli anni settantaGli anni ottantaGli anni '80 rappresentano il periodo “triste” del giallo all'italiana. Come improvvisamente, sul finire degli anni '60, il genere aveva avuto una rapida ascesa, altrettanto rapidamente, dopo i primi anni '80, prende la via di un irreversibile declino.
Con la contemporanea nascita negli Stati Uniti di un nuovo modo di fare cinema thriller, anche nelle sue sfumature più horror, il genere giallo all'italiana ha infatti quasi finito di esistere.
La nuova produzione americana (con ben altro budget) è basata su sensazioni viscerali derivate dalla visione di esplicite situazioni sanguinolente, di cui
Hooper e
Craven sono i primi fautori, e inizia a influenzare in modo deviante anche lo spaghetti thriller, indirizzando il genere verso estremismi spesso inutili e fuorvianti, eccedendo anche con le citazioni.
In questo tristemente nuovo contesto le pellicole che sono rimaste più o meno fedeli alle prime del genere si contano davvero sulle dita di una mano.
Tra queste c'è “
Tenebre” di
Dario Argento (1982). E' l'ultimo thriller veramente “completo” di Argento, curato sotto ogni aspetto, dalla sceneggiatura, alla regia, alla colonna sonora. E', volendo, anche rivoluzionario per certi tecnicismi e per il modo in cui il film riesce a trasmettere terrore anche nelle scene in piena luce, sia negli esterni che negli ambienti chiusi: solitamente è quello che possiamo a malapena sentire, ma non vedere perché avvolto nelle tenebre, a incutere paura...
Il film è interpretato da un ottimo cast, spiccano i nomi di Giuliano Gemma, la fedelissima di Argento Daria Nicolodi, John Saxon, e in cui figurano anche Eva Robin's e la futura signora Berlusconi, Veronica Lario. E' un film fatto di molti tasselli, microstorie che alla fine si incastrano tutte perfettamente, messe insieme con bravura e spesso raccontate con una certa violenza, merito di alcune trovate che hanno improvvise incursioni nello splatter e che sono davvero molto efficaci (l'esecuzione dell'ultimo omicidio è magistrale, in questo senso).
Curiosità: il sampler del main title della colonna sonora del film è stato oggetto di svariati remix e rivisitazioni: tra gli ultimi a farne uso ci sono i Justice, che lo hanno utilizzato per il loro brano “Phantom”, uno dei pezzi (tra gli altri) con cui nel 2007 sono saliti alla ribalta dell'elettronica.
Trailer di "Tenebre"
“
Lo squartatore di New York” di
Lucio Fulci (1982) è un altro buon film, ritorno estemporaneo del regista romano al vero e proprio thriller dopo una serie di 5 horror.
E' divenuto con gli anni un film di culto del giallo all'italiana, apprezzato da autori del calibro di
Quentin Tarantino, che ne ha tessuto più volte le lodi.
Questa pellicola presenta nel suo piccolo un meccanismo di tensione e suspence piuttosto efficace, anche se la storia ruota attorno alla classica figura del killer massacratore e in questo senso non propone niente di nuovo. La novità principale rispetto alla “classica” filmografia di Fulci è il ricorso a numerose sequenze esplicite di sesso depravato e ossessivo, cosa che ricorda, in questo senso, “Vestito per uccidere” di Brian De Palma (1980). Un'altra novità è quella di far parlare l'assassino al telefono usando la voce di Paperino, sostituendola all'ormai scontata minaccia sussurrata, già più volte riproposta nei film del genere.
E' considerato dalla critica il film più pessimista e crudele diretto da Lucio Fulci, nonché il giallo all'italiana più violento.
Trailer de "Lo squartatore di New York"
Da ricordare anche “
La casa con la scala nel buio” di
Lamberto Bava (1983), figlio del più blasonato Mario. E' probabilmente il suo miglior film e uno dei pochi che cerca di restare fedele al modello di Dario Argento, cui deve molto per la sua carriera.
Realizzato con un budget davvero bassissimo, questo giallo è girato quasi interamente in una villa, il che rende tutto il film piuttosto statico, ma ha atmosfere claustrofobiche e abbastanza inusuali che suscitano una buona emozione.
Bava pesca a piene mani dalle pellicole di Hitchcock e De Palma, costruendo una storia tutto sommato vista e rivista (a tratti anche banale) ma che mantiene un filo di tensione permanente durante tutta la durata del film, pur senza avere dei picchi di vero e proprio terrore.
Deludente la direzione generale dei vari attori, con un Andrea Occhipinti davvero scarso. Da segnalare, al contrario, l'ottima colonna sonora dei fratelli De Angelis.
Trailer de "La casa con la scala nel buio"
Infine menzione d'obbligo anche per “
Opera” di
Dario Argento (1987). Ambientato nel mondo del teatro, è l'ultimo vero giallo all'italiana ed è un film che ha diviso (e divide) la critica. La vicenda è costruita su una sceneggiatura abbastanza discutibile, fa acqua in diversi punti, a tratti è banale e incongruente, ma si prende tutte le rivincite sul vero e proprio piano visivo.
In questo senso il film è una gioia per gli occhi: le inquadrature sono eccezionali, Argento si inventa delle riprese incredibili che culminano con la soggettiva dei corvi in volo radente sulla platea durante la rappresentazione del “Macbeth”. La scenografia è notevole, in ogni scena non c'è niente che sia fuori posto, di troppo o in difetto. Un vero e proprio esercizio di stile.
Sugli scudi la colonna sonora, perfetta e parte integrante del film, che è corredato da una buona dose di sangue e perversione.
Trailer di "Opera"
Da “Opera” in poi il declino dello spaghetti thriller. La televisione ormai è diventata protagonista e inizia a produrre i film, dissolvendo la poesia del genere in favore dei riflettori della pubblicità.
Nascono così pellicole annacquate da un marcato senso di buonismo di fondo, con l'intento di abbassare il divieto sotto i 14 anni a vantaggio di un pubblico decisamente più ampio.
Il risultato ottenuto è invece, fortunatamente, contrario alle aspettative. Lo spettatore, stufo della produzione soft delle fiction italiane e dei film fotocopia che piovono dall'America intasando i vari canali televisivi, inizia a guardare verso altre direzioni: horror orientali e altri thriller esteri.
Lista non esaustiva dei gialli all'italiana anni '80, '90, '00- La casa con la scala nel buio (1983) di Lamberto Bava
- Morirai a mezzanotte (1984) di Lamberto Bava
- Murderock - Uccide a passo di danza (1984) di Lucio Fulci
- Sotto il vestito niente (1985) di Carlo Vanzina
- 7, Hyden Park - La casa maledetta (1986) di Alberto De Martino
- Caramelle da uno sconosciuto (1987) di Franco Ferrini
- Le foto di Gioia (1987) di Lamberto Bava
- Un delitto poco comune (1988) di Ruggero Deodato
- Opera (1987) di Dario Argento
- Sotto il vestito niente 2 (1988) di Dario Piana
- Trauma (1993) di Dario Argento
- Gli occhi dentro (1994) di Bruno Mattei
- Fatal Frames - Fotogrammi mortali (1997) di Al Festa
- Non ho sonno (2001) di Dario Argento
- Il cartaio (2003) di Dario Argento
- Giallo (2009) di Dario Argento
Riferimenti cronologici e storici- International Movie DataBase
- MyMovies
- Wikipedia
- Il Davinotti